Le tracce gpx e per google heart sono disponibili nella pagina introduttiva Ciclovia dell’acqua.
Abbandoniamo la ciclopedonale poco dopo la torretta del chilometro 223,712 prendendo a destra.
La ciclopedonale per ora termina qui e si continua con strade vicinali segnate come “percorso ciclabile”. Ritroveremo un breve tratto di pista di servizio poco più avanti.
Dopo l’incrocio si prosegue diritto su asfalto parallelo al canale per 1 chilometro fino a raggiungere l’area attrezzata (sotto).
Da qui è possibile percorrere ancora 500 metri di pista di servizio (non trasformata in ciclabile)
fino al cancello di uscita sulla provinciale Cisternino-Locorotondo.
Il canale prosegue per ancora 500 metri, non percorribili,
ed entra in galleria (sotto, il punto di ingresso).
Pertanto allo sbocco sulla provinciale prendiamo a sinistra e subito dopo una strada vicinale a destra. Ritroveremo il canale dopo 6 chilometri di strade di campagna asfaltate. Dopo un po’ di salita pedaliamo sul crinale della collina con qualche slalom tra i trulli
fino alla provinciale Locorotondo-Trito. Qui all’incrocio andiamo diritto
e, quando inizia la discesa, scorgiamo in fondo una torretta di ispezione dell’acquedotto.
L’acquedotto corre in mezzo ai campi senza pista di servizio, quindi continuiamo sulle vicinali cercando il percorso più breve e con meno dislivello per raggiungere il punto dove ricomincia la pista di servizio. Sbuchiamo sulla statale 172 e, dopo 200 metri, prendiamo la prima a sinistra per contrada Maccomacco. Prendiamo una diramazione a destra e dopo un boschetto con punto picnic,
incontriamo nuovamente il canale
al chilometro 217,566.
Questo tratto di canale non è stato ancora reso ciclabile come quello della Valle d’Itria. Di seguito lo stato della pista di servizio nell’autunno 2022.
All’inizio si presenta come uno sterrato compatto, a volte con un po di pietrisco leggero,
e si pedala tra campi e trulli. Si prosegue quindi sul canale dell’acquedotto all’interno del bosco, con una alternanza di tratti sterrati e tratti pietrosi attraversando anche alcuni ponti-canale.
Scavallata la collina di San Marco, sulla destra compare una magnifica vista sul Canale di Pirro.
Lo sterrato termina dopo 4,2 chilometri con un ultimo tratto molto bello.
La torretta del km 213,544 segna l’ingresso del canale in galleria: impossibile proseguire.
Si torna indietro di 400 metri e si prende la stradina asfaltata che sale. È la parte più difficoltoso del percorso: prima una ripida salita di 700 metri (foto in senso opposto),
poi un un’altrettanto ripida discesa.
Alla fine della discesa si prende a destra e subito ancora a destra un tratturo pieno di pietre: molto scomodo.
Dopo 700 metri di tratturo compare nuovamente il canale con la torretta del chilometro 213,144.
Si prosegue per 3,5 chilometri sulla pista di servizio in terra battuta e rocce con molti ponti-canale.
La pedalata è molto bella in mezzo al bosco e con una magnifica vista a destra sulla valle del canale di Pirro.
Si giunge quindi a un cancello chiuso il cui stato illustra la lotta tra ciclisti che vogliono passare e massaro che fa pascolare vacche e cavalli sul canale dell’acquedotto.
Non si sa se ne ha diritto oppure è un abuso tollerato da AQP. I ciclisti della zona scavalcano normalmente i cancelli e noi nel 2019 li abbiamo seguiti. Il tratto è lungo un chilometro e termina con un altro cancello chiuso (sotto)
che bisogna scavalcare per entrare in strada. Dall’altra parte della strada però la condotta è interrata senza pista di servizio. Su una parallela, la provinciale 113, si trova un cancello
ma la traccia non è pedalabile e prosegue con un ponte-canale non trasitabile e infine ricompare attraversando la SS172 dopo Alberobello. È inutile quindi fare la fatica di sollevare 2 volte la bici: proseguiamo con il tratturo sulla destra.
Cliccare per la terza tappa: alla ricerca del canale perduto