da Matera ai laghi di Sibari
Percorso fatto nel 2020. Le tracce gpx e per Google earth sono scaricabili dalla prima pagina: Costa del mar Ionio in bici.
(Aggiornamento 2023: a causa dei lavori di raddoppio della statale ionica, la complanare tra Montegiordano marina e Roseto Capo Spulico è chiusa al traffico).
Riprendiamo il cammino sulla SP253 all’incrocio con la SS106 perché qui termina anche il nostro percorso sull’ex ferrovia calabro-lucana iniziato a Lagonegro e descritto qui.
Facciamo 3 chilometri sulla provinciale e prendiamo la prima a destra che ci porta al sottopasso ferroviario
e quindi al mare.
Troviamo anche una ciclabile
che termina in uno sterrato: qui si può o rientrare sulla trafficata provinciale (opzione obbligatoria in caso di piogge nei giorni precedenti) o fare circa 300 metri sulla sabbia per superare un canale nella parte insabbiata (sotto).
Noi scegliamo questa opzione e dall’altra parte troviamo un bellissimo sentiero tra bosco e spiaggia.
Alla fine del sentiero entriamo nell’abitato e abbiamo una breve ciclabile
che termina con uno sterrato
e quindi un sentiero tra bosco e spiaggia.
Quando ricomincia l’asfalto bisogna andare a sinistra tra gli alberi,
sottopassare la ferrovia e prendere la provinciale a destra verso Trebisacce. Dopo 3,3 chilometri di provinciale usciamo a sinistra con il cartello “autostrada” e di nuovo subito a sinistra sottopassando la strada appena percorsa.
Seguendo l’asfalto arriviamo sul lungomare di Trebisacce.
Andiamo sull’imbarcadero appena rifatto
e fotografiamo il lungomare verso nord.
Poi alla radice dell’imbarcadero prendiamo la ciclabile a destra
e facciamo tutto il lungomare.
Dopo 1,4 chilometri c’è a sinistra la deviazione
che ci porterebbe sulla provinciale: soluzione obbligata in caso di piogge recenti, altrimenti si va diritto fino allo sterrato che prendiamo verso destra
per attraversare una fiumara.
Dall’altra parte un sentiero sterrato lungomare.
Lo seguiamo per oltre 4 chilometri
e quando termina andiamo a sinistra
verso il sottopasso ferroviario.
Ora 3,5 chilometri di provinciale e poco dopo le prime case di Marina di Amendolara possiamo andare a destra verso il mare sottopassando la ferrovia.
Pedaliamo sul bel lungomare
poi rientriamo a sinistra e, aggirato un cantiere navale, torniamo sul mare.
Dopo il lungomare asfaltato inizia uno sterrato con qualche passaggio difficile in caso di pioggia.
Lo sterrato lungomare
ci porta fino a Torre Capo Spulico
dove bisogna andare a sinistra verso la ferrovia. Immediatamente prima del sottopasso (se non ci sono state piogge recenti, altrimenti si va diritto) prendiamo a destra e proseguiamo a lato della massicciata
fino all’argine di una fiumare che, in assenza di piogge, si può passare con il guado sotto.
Dall’altra parte c’è il lungomare di Roseto Capo Spulico
che in due chilometri ci porta al castello medievale di Federico Barbarossa, diventato ora un ristorante.
Qui con una ripida e brevissima salita ci portiamo sulla trafficatissima statale ionica che abbandoniamo dopo un chilometro per prendere a sinistra la complanare panoramica.
La complanare ci porta Marina di Montegiordano dove, all’inizio dell’abitato, prendiamo a destra una strada che sottopassa la ferrovia e attiva al mare. Prendiamo a sinistra il lungomare e dopo un po’ troviamo anche una ciclabile.
Quando vediamo a sinistra un sottopasso,
lo prendiamo e raggiungiamo la successiva complanare
che ci porta in direzione di Rocca Imperiale Marina. Dopo 1,5 chilometri lasciamo la complanare per fare uno sterrato lungomare: usciamo a sinistra e sottopassiamo strada e ferrovia guadando la fiumara (se nei giorni precedenti è piovuto da qui non si passa e bisogna continuare sulla complanare prendendo un sottopasso successivo con l’indicazione “campeggio”).
Incontriamo una piccola pineta
e continuiamo con lo sterrato
fino al secondo punto dove si poteva raggiungere il mare se fossimo restati sulla complanare.
Ora un po’ di asfalto fino al campeggio e poi di nuovo sterrato
per oltre un chilometro fino a quando sulla sinistra non avvistiamo un cartello di ciclabile:
siamo a Rocca Imperiale Marina con la sua bella ciclabile.
Alla fine della ciclabile di nuovo sterrato che seguiamo a destra quando si divide.
Arriviamo così al torrente Canna che normalmente si può guadare:
se però nei giorni precedenti c’è stata pioggia, bisogna tornare indietro e passare per l’abitato di Rocca Imperiale Marina facendo strade veicolari. (qui la traccia gpx della variante).
Passato il torrente abbiamo un piccolo tratto di sabbia dura pedalabile
e poi svoltiamo a sinistra con il tratturo che ci porta su una stradina di campagna asfaltata con i segnali di ciclabile.
Pedaliamo affianco al lato mare della ferrovia fino al torrente successivo, quasi sempre in secca, ma con il cartello di pericolo per piena improvvisa.
Seguiamo la traccia che ci porta sull’argine sinistro.
Pedaliamo sull’argine
e in fondo seguiamo il sentiero che ora è parallelo al mare.
Nell’ultimo tratto c’è un po’ di sabbia
subìto prima di salire sul lungomare di Marina di Nova Siri.
Dopo 2 chilometri di lungomare prendiamo l’ultimo viale a sinistra
che ci porta sulla strada veicolare: prendiamo a destra e poi seguiamo le indicazioni Taranto. Ora andiamo verso la complanare lato monte e poi dobbiamo anche fare un chilometri sulla SS106 a quattro corsie, unico modo per superare il fiume Sinni.
Abbiamo lasciato la SS106 seguendo l’indicazione “zona artigianale Policoro” e ora pedaliamo sulla complanare tra i capannoni per 2 chilometri prima di prendere a destra verso il mare poco prima di un sovrappasso veicolare. Dopo 3 chilometri incontriamo sulla sinistra il viale che attraversa il “Bosco Pantano”:
qui sono state girate alcune scene del film “Basilicata cost to cost” di Rocco Papaleo. Quando troviamo l’asfalto andiamo a destra per salire sul lungomare.
Si prosegue sul lungomare per circa 1,5 chilometri. Alla fine
si scende a sinistra e dopo il parcheggio di nuovo un viale a destra tra bosco e duna.
Alla fine del viale si va a sinistra costeggiando la recinzione di Marinagri
per andare sulla statale. Curiosi di visitare l’insediamento quando raggiungiamo la portineria chiediamo di entrare.
Dopo la deviazione di Marinagri continuiamo verso la statale: purtroppo Lido di Policoro è prigioniero della SS106 e non c’è altro modo di uscire ed entrare. Dopo il passaggio a livello seguiamo l’indicazione Taranto, entriamo sulla superstrada e usciamo dopo 2 chilometri a Scanzano Jonico. Raggiungiamo il minuscolo centro storico
dove sono state girate le scene finali di “Basilicata coast to cost”.
Usciamo costeggiando il Palazzo baronale
e continuiamo diritto verso la stazione ferroviaria. Subìto dopo andiamo a destra nel sottopasso e poi la prima a sinistra. Facciamo oltre 4 chilometri su questa strada diritta e fastidiosamente piena di rallentatori. Purtroppo se vogliamo evitare di percorrere la superstrada SS106 dobbiamo utilizzare le complanari che però sono state progettate da un ingegnere pazzo e quindi a volte sono inesistenti e altre volte senza sbocco. Quando arriviamo all’unico “Stop” andiamo a sinistra, sovrappassiamo la ferrovia e andiamo a destra sulla complanare. Al successivo svincolo abbandoniamo la complanare che poi termina e andiamo verso l’interno seguendo le indicazioni prima Pisticci e poi San Teodoro. L’unico punto interessante del percorso è una masseria abbandonata.
Alla fine della strada andiamo verso la SS106 perché è l’unico modo di superare la ferrovia Potenza-Metaponto (con la complanare si supera il Basento ma non la ferrovia). Dopo 3 chilometri di superstrada, prendiamo l’uscita Pantanello e continuiamo sulla complanare lato mare. Sbuchiamo sulla SP3 dove andiamo a sinistra per superare lo svincolo e prendere la complanare lato monte seguendo l’indicazione “Tavole Palatine” che incontriamo dopo 2 chilometri. Qui, al Tempio di Hera,
termina il percorso in Basilicata (la Puglia inizia un centinaio di metri più avanti dopo il fiume Bradano) e inizia la tappa successiva “Taranto e il suo golfo”.