Pista ciclabile del Canale Villoresi
Le tracce gpx e Google earth sono disponibili nella pagina iniziale Ciclovia dal lago Maggiore al Po.
Il Canale Villoresi è una derivazione del fiume Ticino che parte dalla diga del Panperduto. Noi abbiamo preso l’argine del Villoresi circa 8 chilometri dopo l’inizio del canale staccandoci dalla ciclopedonale del canale industriale. Si prende a sinistra e dopo circa 500 metri su uno sterrato pietroso in leggera salita si raggiunge il canale Villoresi.
Prendiamo l’alzaia destra del canale pedalando su uno stretto sentiero: dopo circa 1,5 chilometri, all’altezza del secondo ponte, la pista si allarga e presenta anche una protezione lato canale.
In uno squarcio della vegetazione riusciamo a vedere le Alpi innevate.
All’altezza della centrale idroelettrica di Tornavento, un altro squarcio nella vegetazione ci permette di vedere nella valle il Fiume Ticino e il Canale industriale.
Al terzo ponte la ciclabile sull’alzaia diventa ancora più comoda.
La ciclabile prosegue lungo il Villoresi quasi sempre in mezzo al verde e con una fresca ombreggiatura. Sotto, il Villoresi a Castano Primo.
Sotto, il Villoresi ad Arconate.
Sotto, il Villoresi a Busto Garolfo.
Sotto, il Villoresi a Lainate.
Arriviamo ora a Garbagnate dove hanno costruito la stazione sul canale.
Per poter proseguire sull’argine bisogna utilizzare il sottopasso all’interno della stazione. La ciclabile entra ora nel parco delle Groane con degli scorci molto belli.
Sopra il Villoresi verso ovest e sotto verso est.
Poco prima della provinciale 119 si passa sull’argine sinistro (sotto, il Villoresi poco dopo la provinciale).
Si ritorna quindi sull’argine destro (sotto, il canale in prossimità di Pinzano).
In prossimità della ferrovia Palazzolo-Varedo, si ripassa a sinistra per prendere il sovrappasso ciclopedonale.
Scesi dal sovrappasso si scavalca il Seveso (sotto).
Le acque del Villoresi e del Seveso non si mescolano perché il canale passa sopra il torrente. Sotto, il Villoresi “sopra” al Seveso.
In prossimità di Nova Milanese si ripassa a destra (sotto, il canale verso ovest).
Nella città di Monza bisogna lasciare il canale e prendere a destra la ciclabile sul marciapiede opposto.
Si attraversa un giardinetto e si va sul marciapiede sinistro del sottopasso ferroviario.
Il marciapiede sinistro funge da ciclopedonale che prosegue in una apertura del muro
riportandoci sull’argine. Il punto dove si riprende il Villoresi è spettacolare: sopra il canale è sospesa la pista ciclabile e sotto passa il fiume Lambro.
Sotto la chiusa che permette di scaricare parte delle acque del Villoresi nel Lambro.
La ciclopedonale prosegue lungo il canale alternandosi sugli argini destro e sinistro
fino al cimitero di Monza dove lascia il canale e si affianca alla strada. Si sta sul marciapiede sinistro lungo il muro del cimitero
per imboccare correttamente il sovrappasso della provinciale 60.
Scesi dall’altra parte costeggiamo, su strada, il Villoresi
e prendiamo il ponticello sotto.
Seguiamo la strada, quindi a sinistra, ancora a sinistra e quasi subito a destra per l’ultimo breve tratto affianco al canale. In fondo a questa strada
dobbiamo abbandonare il canale e percorriamo 6,5 chilometri su asfalto con brevi tratti di ciclabile. Si scavalca l’autostrada A4 con una corsia protetta e poi la tangenziale est con un ponte dotato di corsia riservata. In fondo alla discesa si incontra una ciclopedonale. Attraversiamo quindi le 4 corsie della provinciale 121 con il sottopasso nella foto sotto.
Percorriamo la periferia di Carugate in parte su strada e in parte su ciclabile per ritrovare il Villoresi all’altezza della Cascina Seregna. Finalmente riprendiamo a pedalare su uno sterrato
affianco al canale che intanto va restringendosi sempre più.
Dopo poco più di un chilometro dall’inizio dello sterrato incrociamo il torrente Molgora che sottopassa il canale.
In vista della cascina Orombella bisogna fare una esse passando sul lato sinistro altrimenti si finisce in una proprietà privata con cani.
Nella foto sotto, dopo l’ultima casa, si gira a destra.
Dopo Monza tutto il percorso è stato quasi sempre al sole ora, nel territorio di Masate, incontriamo un po’ d’ombra.
All’ingresso del paese attraversiamo il canale (sotto)
e svoltiamo subito a destra dopo la casa.
Dopo qualche decina di metri entriamo in un parco.
Nella foto sopra bisogna prendere il sentiero a destra che ci permette di sottoppassare una rotonda stradale. All’uscita dal sottopasso ci troviamo in via Roma che percorriamo tutta. Allo stop prendiamo a sinistra e subito a destra.
Dopo 400 metri di nuovo a sinistra e poi subito a destra.
Lo sterrato porta a una cascina
ma poco prima, sulla destra, c’è una specie di ponticello sul Villoresi
ormai ridotto quasi a un rigagnolo.
Per circa 1,2 chilometri pedaliamo sull’argine destro su una traccia di sentiero
fino al ponte sotto
che ci riporta a sinistra e quindi usciamo sull’asfalto.
All’uscita del cancello prendiamo a destra fino a incontrare la ciclabile sulla sinistra
che ci porterà quasi fino a Groppello d’Adda. Passiamo ancora una volta sul Villoresi,
ormai quasi esaurito, e arriviamo a Groppello d’Adda al ponte sulla Martesana
dove c’è il “Rutun”.
Dopo il ponte prendiamo a sinistra e pedaliamo sull’argine sinistro della Martesana fino a imboccare a destra la discesa che ci porta nel bosco sulla riva destra dell’Adda.
Quasi subito incontriamo la cascatella terminale del Villoresi,
che aveva sottopassato la Martesana e qui termina nell’Adda.
Clicca qui per la seconda tappa: dal fiume Adda al lago di Iseo