Argine sinistro del Po
Le tracce gpx e kml sono disponibili nella pagina iniziale.
Superata la chiusa sul Mincio passiamo anche il successivo ponte sull’idrovia Mantova-Adriatico (sotto, il canale a monte e a valle della chiusa)
e siamo di nuovo sul Po a Malcantone.
L’argine costeggia il fiume per circa 2 chilometri, poi si allontana e per ben 12 chilometri il Po non è più visibile. In prossimità di Libiola si può rimanere sull’argine, sterrato per circa un chilometro,
oppure scendere e costeggiare l’argine su stradina asfaltata. Sotto, la chiesa di Libiola.
Si rivede il fiume a Ostiglia
e poi scompare di nuovo fino a Melara (sotto, la chiesa).
Si prosegue a fianco del fiume
fino a Bergantino (sotto).
Qui il fiume fa un’ansa pazzesca tanto che il campanile di Bergantino sembra essere sull’altra sponda.
Poco dopo siamo in vista del ponte tra Castelnuovo Barano e Sermide.
Sottopassiamo il ponte e arriviamo a Castelmassa.
Fotografiamo anche il Po verso il delta
e verso monte.
Proseguiamo sempre sull’argine sinistro che è aperto al traffico veicolare, escluso sabato e domenica; comunque le auto sono pochissime. Il paese successivo è Ficarolo con un campanile aguzzo.
Il Po è scarso di acqua e si sono formate molte isole sabbiose.
Il ponte sul Po di Ficarolo può essere sottopassato sia stando sulla destra che sulla sinistra dell’argine. Dopo incontriamo l’abitato di Gaibà e quello di Stentia (sotto, la chiesa di Stentia).
Sotto, il Po a Stentia.
Sotto, la chiesa di Occhiobello.
Lasciato Occhiobello vediamo una ciclabile a metà altezza dell’argine
ma non è panoramica ed è pure corta, per cui proseguiamo sull’argine aperto al traffico veicolare.
Adesso il fiume comincia a fare delle larghe anse con una bellissima campagna.
Sotto, il ponte di Polesella.
I paesini si susseguono sotto l’argine. Prima, Guarda Veneta,
poi Crespino,
Villanuova Marchesana
e infine Papozze.
Proseguiamo verso Bottrighe: l’argine è per ora una strada veicolare ma con scarso traffico. Da Bottrighe fino a Porto Viro diventa una provinciale stretta e trafficata: per le bici è meglio l’argine destro.
Poco prima di Porto Viro dal Po si stacca un altro ramo con un sistema di chiuse: nasce il Po di Levante.
Dopo le chiuse incontriamo il porto di Porto Viro
e una piccola zona palustre.
Sottopassiamo il ponte e continuiamo sulla ciclopedonale.
In corrispondenza dall’abitato di Villaregia, ovviamente con campanile aguzzo,
il Po di Venezia si biforca nel Po di Tolle che va verso sud (sotto il ponte)
e il Po di Pila che continua verso est. Poco dopo, la ciclopedonale termina sulla strada veicolare che prendiamo verso destra.
La strada veicolare prosegue sull’argine prima un po’ arretrata
e poi direttamente sul fiume.
La strada è stretta ed è leggermente trafficata poiché è l’unica via per raggiungere Pila, che ci accoglie con una fila di casoni sul fiume.
Continuiamo a pedalare sull’argine ancora per 1,2 km
fino a quando piega a sinistra e noi ci fermiamo avendo raggiunto il punto più a est possibile.
Cliccare qui per la tappa successiva: Po di Pila, Po di Tolle e Sacca di Scardovari