da Milano a Genova
Partiamo dalla darsena di Milano con una foto al Naviglio Pavese
che scorre verso il Ticino. Prendiamo l’argine destro e usciamo dalla città. All’inizio l’argine è a traffico limitato poi inizia la nuova ciclopedonale (sotto).
Dopo circa 2 chilometri
la pista si interrompe brevemente con una zona a traffico limitato (sotto)
e riprende tra il naviglio e un parco
fino alla chiusa di Conca Fallata (sotto).
Qui nuova interruzione di 300 metri fino al ponte sul canale del Lambro meridionale (sotto)
per riprendere dapprima disegnata sull’asfalto
e poi di nuovo in sede propria.
Dopo circa 1 chilometro
termina definitivamente in prossimità di un ponte.
Si continua su strada veicolare fino ad Assago dove inizia una ciclopedonale aperta al traffico vicinale.
A Rozzano troviamo una chiusa
che un tempo era presidiata. Sull’edificio giallo a destra c’è la scritta “genio civile – guardia idraulica”. Proseguiamo sempre sull’argine destro, superiamo il cimitero di Moirago
e a Badile passiamo sull’argine sinistro.
Il fondo della pista rimane asfalto fino ai sottopassi di un nodo stradale a Binasco per diventare subito dopo sterrato stabilizzato.
Superiamo un’altra chiusa a Casarile
e arriviamo alla Certosa di Pavia che fotografiamo in lontananza.
Sempre con il naviglio sulla nostra destra proseguiamo verso Pavia. Al primo ponte che scavalca il naviglio ci sono dei lavori in corso e quindi lo scavalchiamo al secondo ponte (sotto)
per prendere un tratto di ciclabile sull’argine destro.
Dopo 100 metri, sempre rimanendo sulla ciclopedonale, attraversiamo la piazza e entriamo nel centro storico.
Ancora un tratto di ciclabile e poi, al semaforo, attraversiamo a destra e scendiamo in strada per entrare nella zona ciclopedonale.
Alla fine dell’area chiusa al traffico entriamo sul Ponte Coperto.
Una foto al Ticino
e alla fine del ponte andiamo a sinistra e seguiamo il senso unico.
Sbuchiamo subito a un bivio dove a sinistra si può salire sull’argine o stare sotto: è lo stesso, sopra c’è il panorama e sotto la ciclabile.
Comunque, dopo 200 metri, anche la ciclabile termina sull’argine in corrispondenza del canale Gravellone.
La strada continua sull’argine per 700 metri e poi scende a destra in direzione di Travacò Siccomario. Quasi subito incontriamo una ciclabile
che seguiamo fino alla fine. La ciclabile termina all’ingresso del paese e noi prendiamo a sinistra in direzione dell’argine del Po che raggiungiamo dopo 2 chilometri. Prendiamo a destra l’argine sterrato
con un bel panorama sulla campagna.
Pedaliamo sullo sterrato fino al ponte sul Po della statale dei Giovi
che dobbiamo purtroppo prendere. È il primo tratto trafficato dalla partenza. Una foto al Po dal ponte
e alla prima rotonda prendiamo a destra per Bastida Pancarana. Il traffico diminuisce radicalmente e dopo 3 chilometri di strada veicolare saliamo sull’argine.
L’argine è chiuso da una sbarra che si aggira facilmente. Dopo circa 1 chilometro di sterrato sbuchiamo sulla provinciale che è salita sull’argine. Dopo 100 metri, argine e provinciale si separano nuovamente e, visto lo scarso traffico, proseguiamo sull’asfalto. Attraversiamo vari paesini mantenendoci paralleli al Po fino a Silvano Pietra. Qui per andare verso il Po bisogna prendere a destra mentre noi proseguiamo diritto in direzione Tortona-Genova. Attraversiamo il centro di Casei Gerola per evitare il traffico e ne usciamo con un viale alberato
che ci porta su una stradina di campagna asfaltata. In fondo giriamo a sinistra in direzione di Pontecurone: anche qui attraversiamo il centro
per evitare il traffico. Alla fine però, inevitabilmente si va sulla ex statale dei Giovi che percorriamo per 6 chilometri fino a Tortona. Anche qui passiamo per il centro storico che è a traffico limitato.
Verso la fine entriamo in un brevissimo divieto di accesso in zona pedonale e al termine di quest’area un po’ di marciapiede per scendere poi comodamente in strada alla rotonda. Ovviamente, come al solito, abbiamo atteso il passaggio di ciclisti locali per imitarli. Ora siamo di nuovo sulla ex statale dei Giovi. La strada è trafficata ma larga. Man mano che saliamo, con una pendenza dolce, il traffico diminuisce. Dopo Cassano Spinola passiamo sullo Scrivia e prendiamo subito a sinistra abbandonando la strada dei Giovi. Adesso siamo su una stradina di campagna asfaltata, senza traffico, e con alcuni paesaggi carini.
Entriamo a Serravalle con questa strada secondaria costeggiando a sinistra la ferrovia. Quando compare un semaforo per il senso unico alternato, sulla nostra destra abbiamo un sottopasso che facciamo a piedi. Andiamo a destra, poi corta strada privata a sinistra e siamo nel centro di Serravalle Scrivia. Ne usciamo sulla strada dei Giovi in direzione di Arquata. La salita è ancora dolce e sulla sinistra c’è sempre la valle dello Scrivia.
Verso Isola del Cantone incontriamo il primo cartello che avvisa dell’interruzione della strada dopo Ronco Scrivia: proseguiamo sperando che comunque si possa passare in bici (sotto, Ronco).
Tre chilometri dopo Ronco la strada è effettivamente chiusa.
Mentre siamo fermi per consultare la mappa, una ciclista ci sorpassa e prende con decisione la stradina a sinistra. La seguiamo e arriviamo a un guado sullo Scrivia.
Abbiamo capito che la ciclista sa quel che fa e quindi le stiamo dietro.
Dopo il guado andiamo a destra, aggiriamo così un maneggio e, con un ponticello,
riattraversiamo lo Scrivia. 400 metri dopo, sottopassiamo la ferrovia
e torniamo sulla strada dei Giovi. All’uscita di Busalla la salita si fa più pesante: in 2 chilometri saliamo di 100 metri per raggiungere il Passo dei Giovi. Subito dopo inizia una ripida discesa verso Genova: fare la strada in senso opposto sarebbe stato molto duro. Dopo i tornanti la strada affianca il torrente Riccò
fino a Pontedecimo dove giriamo a destra e poi a sinistra lungo il Polcevera.
Proseguiamo sull’argine sinistro del Polcevera per circa 2 km fino a un sottopasso pedonale della ferrovia che sbuca su un ponticello
che ci porta sull’argine destro. Ora abbiamo ben 14 km di strada trafficata e molto fastidiosa in zona industriale fino a Pegli. Si salva solo circa 1 km di ciclabile in via Cornigliano.
A Pegli finalmente il mare e un breve tratto di marciapiede che sembra anche ciclabile.
Si continua a pedalare sulla Riviera di Ponente.