Grecia 2018:in barca a vela da Cefalonia a Corinto
I dettagli della rotta sono visibili con google earth cliccando su rotta golfo di Patrasso e di Corinto
3 giugno mattina, Isolotto di Ligia
Per onorare la festa della Repubblica, sabato riposo. Ripartiamo domenica mattina alla volta di Mesolongi.
Prima, però, bagno e pranzo nello splendido passaggio tra Itaca e l’isolotto di Ligia. Se si ha la fortuna di non avere vento, la barca sembra sospesa in cielo tale è la trasparenza dell’acqua. Si può anche ormeggiare all’inglese al piccolo molo dell’isolotto (foto sotto). Si dice, però, che l’isolotto sia infestato da topi: non mi sono mai fermato di notte.
3 giugno sera, Mesolongi
Salpiamo alle 14,00 ma il vento previsto da tutti meno che dal meteo di Atene, non c’è. Ancora una volta il meteo greco si dimostra il più affidabile.
Incontriamo finalmente il vento in vicinanza della costa e facciamo le ultime 2 ore al gran lasco. Alle 19 siamo in prossimità delle boe di ingresso del canale di Mesolongi (nella foto le boe più vicine alla costa, non quelle di ingresso).
Nella rada di Mesolongi si affaccia un marina già in costruzione nel 2004, anno del mio primo passaggio, prima aperto ma attualmente chiuso per mancanza di licenza. È proprio vero, una faccia una razza. Prima o poi riaprirà ma non si sa quando.
Per info sul marina +302631050190, mail info@messolonghimarina.com
C’è anche una banchina comunale al momento gratuita ma senza acqua e luce. C’è molto vento e avendo anche raccolto voci su una presenza massiccia di zingari, cosa vera nel 2004, optiamo per una notte all’ancora.
La mattina seguente ci ormeggiamo alla banchina comunale. La cittadina non ha attrattive particolari ma le stradine pedonalizzate del centro sono piacevoli mentre la laguna è molto bella. Niente zingari. Nelle foto, sopra la laguna e sotto una “spiaggia attrezzata” nella laguna.
4 giugno, Trizonia
Dopo aver gironzolato un po’ per la laguna e aver chiesto inutilmente ad alcuni distributori di carburante di portarci il gasolio con l’autobotte, partiamo verso le 11 quando si alza un po’ di vento.
Alla fine del canale della laguna alziamo le vele e facciamo di bolina una decina di miglia. Poi cala tutto e proseguiamo a motore fino al ponte di Patrasso.
Dopo il ponte si alza un bel vento quasi di poppa piena e con il solo genoa aperto facciamo punte di 9,4 nodi fino a Trizonia.
La baia di Trizonia è aperta solo a Est. Ci sono i pontili in cemento di un “marina” iniziato ma mai finito. Ormeggio all’inglese. Il marina è pieno, c’è molto vento, preferiamo una notte alla ruota.
Nella foto l’ingresso del “marina”.
5-6 giugno, Galaxidi
Partenza con comodo da Trizonia e veleggiata di gran lasco quasi fino a capo Andromakhi, poi a motore fino a Galaxadi. Un delfino che gironzolava intorno agli allevamenti di pesce ci dà il benvenuto.
Ormeggio di poppa con ancora.
Alle 14,00, puntuale, arriva il vento da ovest che si incanala con forza nel porto colpendo le barche al traverso.
Ci fermiamo due giorni. Prezzo totale dell’ormeggio 25 euro (2 giorni) compreso acqua ed elettricità: grande la Grecia.
Autobotte gasolio presente in banchina.
Galaxidi è una città molto rilassata dove all’ora della siesta non c’è un’anima in giro. Infatti, il vento da ovest del pomeriggio è molto secco e fastidioso e suggerisce di rimanere “nella stanza dello scirocco”.
Una enorme chiesa domina la cittadina. Molti cani randagi in giro, come del resto a Mesolongi e come incontremo in altri porti della terraferma.
7-9 giugno, Itea
Dopo una sosta di due giorni con rifornimento gasolio, cambusa e lavanderia, ripartiamo alla volta di Itea, a poche miglia di distanza.
Itea è la base ideale per visitare il sito archeologico di Delfi.
Dopo una brevissima navigazione eccoci all’interno del “marina” di Itea.
Il marina non è stato mai completato e offre una quindicina di posti all’inglese lungo la banchina interna del molo frangiflutto mentre i moli interni sono occupati da barche locali. Forse qualche posto aggiuntivo sulle testate dei moli interni. Un rubinetto di acqua non potabile, niente elettricità né tasse di ormeggio.
Una fastidiosa risacca con vento da sud-est.
Nella foto sopra il marina visto dalla banchina ovest, nella foto sotto il marina visto dall’ingresso rivolto a sud sul lato est.
8 giugno, Delfi
Giornata dedicata alla cultura: si affitta una macchina a 40 euro presso la stazione di servizio Shell, www.cornercar.gr, tel. +306948582017 e si va a Delfi.
Il sito archeologico è parte integrante di un panorama affascinante
ma si tratta sostanzialmente di rovine, mentre vale il viaggio il museo annesso.
Sopra la foto di una sfinge all’interno del museo. Sulla strada per il monastero di Ossios Loukas, ci fermiamo a pranzo alla taverna Meneos, quasi all’uscita del paese di Steiri. La taverna ci attrae per il parcheggio e i tavoli all’ombra: mai mangiato peggio. Nessuno ci chiede cosa desideriamo e arrivano con una omelette, uno tzatiki e due piattini di patate e zucchine al forno strapieni di olio: non c’era altro. In compenso il monastero valeva la visita. Fondato poco prima dell’anno 1000 e recentemente rimesso a nuovo, si affaccia su una vallata incontaminata ed è un sito Unesco.
10 giugno, Antikyra
Dopo aver dedicato venerdì alla cultura e sabato prudentemente rispettato Eolo, che ha tenuto troppo aperta l’anfora del Ponente, oggi riprendiamo il mare per una tappa breve.
Doppiato capo Pankalos, in prossimità del quale abbiamo incontrato l’onda residua di ieri e il vento montante di oggi, siamo ad Antikyra.
Il porticciolo è incastonato in mezzo alle montagne ed è decisamente più bello di Itea. Posto solo per 2 barche all’inglese vicino al faro nel lato interno del molo, altri posti in testata e nel lato esterno del molo. Aperto a Ovest ma con fetch ridottissimo.
Nel pomeriggio arriva un addetto della polizia portuale: ormeggio 5 euro, acqua e luce 5 euro.
Nelle foto: sopra l’ormeggio visto da Nord, sotto l’ormeggio visto da Ovest.
11-12 giugno, Agios Ioannis
Dopo 3 ore di navigazione a vela con venti moderati, entriamo nel golfo di Domvrenis sferzato da venti catabatici a 30 nodi, ovviamente senza onde.
Man mano che ci avviciniamo alla costa il vento cala a un più ragionevole 10 nodi.
Siamo diretti a Agios Ioannis di cui si parla nel bellissimo blog di Francesca Carignani (bello anche il suo libro, Rotta verso l’Egeo).
Riusciamo a scorgere l’ingresso del fiordo solo una cinquantina di metri prima.
Come da indicazioni c’è la boa che riusciamo a prendere al secondo tentativo. A terra alcuni piccoli edifici, alcune palme, qualche albero e le barche dei pescatori alla boa davanti al moletto. Nient’altro. Suggestivo.
Serata al ristorante. Cibi buoni ma il pesce un po’ caro: 50 euro/kg
Nelle foto: sopra il ristorante, sotto Mashi alla boa.
Panorama dall’alto di Agios Ioannis.
13 giugno mattina, Porto Germeno
Dopo 2 notti ad Agios Ioannis, riprendiamo il cammino con destinazione Porto Germeno (nella foto, una chiesetta all’ingresso del golfo).
Passiamo prima tra le isole Alkionidhes, non particolarmente interessanti e ora anche sede di un allevamento di pesce.
Arrivati a destinazione, scopriamo che il porto è interamente occupato da barche locali senza nessuna possibilità di ormeggio.
Ancoriamo davanti alla bella spiaggia dove, con vento da ovest quasi nullo, c’è già una leggerissima risacca. Il mare turchese e l’acqua trasparente ci inducono ad accarezzare per un attimo l’idea di fermarci per la notte. Durante il pranzo, però, aumenta il ponente e la risacca comincia a diventare fastidiosa costringendoci a una frenetica consultazione di mappe e portolano.
13-14 giugno, Mavrolimnis
Scopriamo così l’esistenza di Mavrolimnis (sotto i fanali di ingresso visti dall’interno del porto e una vista dell’entrata).
Attraverso uno stretto passaggio profondo 2,3 metri, si entra in una stretta laguna profonda fino a 25 metri. Sul lato mare è stato “poggiato” un molo sulla roccia, trasformando così in un porto quello che era un “lago” vulcanico. Il porto è privato e ci siamo potuti fermare grazie alla gentilezza di una persona che aveva lì la sua barca e che ha perorato la nostra causa nei confronti del direttore del porto.
Vicino alla banchina non c’è fondale quindi bisogna mantenersi almeno a 3 metri di distanza per evitare che il timone tocchi e scendere con le passerelle in alluminio predisposte.
Sotto, il porto al tramonto.
15-17 giugno, Corinto
Dopo 2 notti in questo incredibile porto, partiamo per Corinto, dove imbarcheremo domenica nuovi membri dell’equipaggio.
Doppiato capo Ireon (nella foto),
costeggiamo il lato nord del golfo ma non trovando alcuna caletta interessante ci dirigiamo a Corinto.
Qui ormeggiamo alla testata di uno dei due pontili, secondo il portolano i soli posti disponibili. Dopo un po’ compare George, un giovane greco che vive in una barca da pescatori nel porto. Ci fa capire che lui è una specie di manager non ufficiale del porto e infatti quando cominciano ad arrivare altre barche ne sistema altre 5 in vari posti. Pur non avendo collaborato al nostro ormeggio, gli regaliamo 5 euro per la capacità imprenditoriale espressa. Nella foto sotto, Mashi e un’altra barca in testata e 2 barche in posti “non disponibili”.
Comunque ci si può mettere all’inglese all’inizio del molo centrale, nella foto sotto sullo sfondo, anche se navionics dice che non c’è fondale.
In bici sul canale di Corinto.
L’entrata ovest del canale dall’alto.