Questa prima tappa della Ciclovia Adriatica corrisponde alle terza tappa della nostra Ciclovia del Salento. Le tracce gpx e per google heart sono disponibili nella pagina introduttiva Ciclovia Adriatica.
Subito dopo Leuca la strada è praticamente a picco sul mare e gli unici sentieri esistenti sulla scogliera possono essere praticati solo da pedoni. Si gode sempre di una vista meravigliosa. Dopo un primo tratto in salita e qualche chilometro in piano, una lunga discesa ci porta al fiordo del Ciolo attraversato da un ponte.
L’acqua sotto il ponte ha dei magnifici colori e il taglio nella roccia carsica è impressionante.
Siamo scesi quasi al livello del mare e ora una lunga ma leggera salita ci riporta in quota (sotto, la costa verso nord).
Qualche chilometro più o meno in piano e una nuova discesa ci porta prima a Marina Serra e quindi al porto di Tricase: porticciolo delizioso con acqua trasparente.
La provinciale continua sempre vista mare e la lasciamo a Marina di Andrano per pedalare su un lungomare ciclopedonale.
Sbuchiamo in un parcheggio e poi un marciapiede colorato
alla fine del quale c’è un minuscolo porticciolo scavato negli scogli.
Riprendiamo la provinciale e, superata la rimarchevole Cala dell’Acquaviva,
arriviamo a Castro Marina.
Di nuovo un porticciolo con acque trasparenti.
Sotto, una foto dalla piazzetta del lungomare.
Tratto in salita, contromano con prudenza, per riprendere la provinciale che sale anch’essa. Superata la deviazione per la grotta della Zinzulusa, siamo in vista della marina di Miggiano
e le sue acque.
Subito dopo, Santa Cesarea Terme con le sue ville in stile moresco.
Qui finisce la costa fortemente urbanizzata e inizia, con una salita lunga e faticosa, un tratto di costa semi selvaggia fino a Otranto.
Una lunga e tortuosa discesa ci riporta al livello del mare in località Porto Badisco: un piccolo gioiello.
Qualche nord-europeo fa già il bagno.
La strada gira alle spalle di Porto Badisco
e si snoda in un ambiente tipicamente murgese qui chiamato Serre Salentine.
Dopo un tratto in salita, siamo in vista di Punta Palascia
e poi scendiamo verso Otranto. Ma prima di entrare in città, facciamo un deviazione verso il bosco Orte per vedere se finalmente riusciamo a pedalare un po’ in riva al mare.
Riusciamo solo a girare sullo sterrato intorno al bosco Orte, prima in entrare in città dal porto.
Giriamo intorno al castello per entrare nella città vecchia.
Già adesso le stradine sono piene di pedoni: in alta stagione è quasi impossibile entrarvi in bici. Usciamo sul piazzale a mare in corrispondenza della torre Alfonsina e costeggiamo la spiaggia cittadina pedalando su marciapiede e strada.
Lasciamo Otranto e ci dirigiamo verso Baia dei Turchi.
da Otranto a San Cataldo
Il tratto da Baia dei Turchi fino a San Cataldo sarà quasi tutto tra boschi e sentieri sugli scogli: pochissimi i tratti sulla provinciale tra cui la fastidiosa deviazione iniziale.
Con una strada secondaria e un sentiero, raggiungiamo Baia dei Turchi.
Non riusciamo a trovare un sentiero che colleghi la parte sud (sopra) con la parte nord: pieni di fango e/o troppo stretti per passare con la bici. Dobbiamo tornare indietro e girare sulla provinciale. Riguadagnamo la costa con una stradina priva di indicazioni e poi entrando nello sterrato in prossimità di un divieto di accesso.
Sentiero tra i boschi e siamo di nuovo a Baia dei Turchi (sotto).
Ora si pedala nei boschi costieri dei laghi di Alimini. Ci affacciamo su una delle spiagge
prima di sbucare sull’asfalto in corrispondenza del lago Alimini grande.
Un tratto sull’asfalto nel bosco prima di rientrare sullo sterrato. Poi troviamo un filo di ferro sul sentiero che aggiriamo.
Entriamo e usciamo (ma si può anche evitare) dal villaggio “Serre degli Alimini 2” e prendiamo a destra lo stretto sentiero che si vede nella foto sotto, girando intorno ad un campetto.
Dopo circa 400 metri di sterrato nel bosco, sbuchiamo sull’asfalto, pochi metri a destra e riprendiamo lo sterrato a sinistra.
Lunga pedalata nel bosco
prima di tornare sulla costa poco dopo la spiaggia di San Giorgio.
Da qui a Sant’Andrea si pedala tra scoglio e bosco: non c’è un sentiero unico ma molte deviazioni che permettono di aggirare tratti con molto fango. Meglio fare questo percorso lontano dalle piogge. Molti scorci magnifici.
Bella anche la spiaggetta di Sant’Andrea un po’ rovinata dal radar alle spalle.
Si continua sugli scogli prima di entrare nel bosco di Torre dell’Orso.
Bellissima la spiaggia.
Breve tratto sull’asfalto e poi un nuovo sentiero che ci porta alla meravigliosa “piscina” di Roca Vecchia.
Breve tratto su asfalto poi di nuovo un sentiero
fino alle case di Roca.
Un tratto di provinciale ci porta a San Foca con il porto e la bella spiaggia.
Dopo San Foca la provinciale è “vista mare” ma facciamo un breve tratto sugli scogli.
Un lungo tratto di provinciale ci porta nel “Parco naturale delle Cesine” e quindi di nuovo sullo sterrato.
Si tratta di una zona paludosa e boschiva molto bella.
Tentiamo due volte di raggiungere il mare ma ambedue le volte siamo bloccati dall’acqua.
Usciamo dal parco non per la strada normale ma per il bosco: prima una stradina asfaltata
e poi entriamo nel bosco.
Usciamo dal bosco a San Cataldo. Prima un tratto di strada con i lidi che nascondono il mare, poi il lungomare
e un tratto di ciclabile
anche “vista mare”.