Questa seconda tappa della Ciclovia Adriatica corrisponde alla quarta tappa della nostra Ciclovia del Salento. Le tracce gpx e per google heart sono disponibili nella pagina introduttiva Ciclovia Adriatica.
da San Cataldo a Brindisi
Con San Cataldo finisce il tratto dove si pedala prevalentemente su sterrati e sentieri sugli scogli. Ora inizia il tratto dove prevale l’asfalto, spesso lontano dal mare, con qualche breve tratto su sentieri.
Iniziamo con un lungo giro nell’entroterra a causa della presenza di un poligono di tiro militare. Dobbiamo anche fare qualche decina di metri su una strada a 4 corsie. Ritroviamo il mare a Frigole con l’impianto della “Bonifica di San Cataldo”.
Con Frigole inizia anche un susseguirsi di orribili lottizzazioni “a pettine” senza lungomare. Con una strada tra le case parallela al mare, in parte affiancata da una pista ciclabile, raggiungiamo il porticciolo
e diamo un occhiata al mare.
Lasciamo la ciclabile
per puntare su Torre Chianca. La strada corre parallela al mare ma all’interno anche per la presenza dei bacini della bonifica. Raggiungiamo la torre
e poi la lottizzazione e diamo uno sguardo alla costa che non sembra granchè.
Ma dopo qualche centinaio di metri compare una duna meravigliosa,
se non ci fossero le case a deturpare il paesaggio.
Alla fine dell’abitato un piccolo angolo carino: un ponticello
ci permette di scavalcare un fiumicciatolo che collega il mare
con un laghetto.
Quindi ricomincia un’altra lottizzazione “a pettine” che ci costringe a pedalare sulla provinciale tra due file di case. Solo a Torre Rinalda ci affacciamo di nuovo sul mare.
Subito dopo inizia un bel tratto di dune fino a Casalabate. Purtroppo niente strade o sentieri costieri e dobbiamo raggiungere Casalabate con la provinciale. Qui finalmente il mare
ed anche un’esplosione di buon senso: una lunga passerella pedonale alle spalle della duna.
Interrotta a metà da una montagna di sabbia aggirabile.
Finita la passerella rientriamo in “paese”, incontriamo anche una mini ciclabile, e sbuchiamo sul lungomare pedonale di Casalabate.
Dopo Torre Specchiolla
lasciamo il mare per un breve tratto e torniamo sulla costa a Lindinuso (nella foto, la duna a Mosquito beach).
Al termine di Lindinuso, bisogna attraversare un canale artificiale con un ponticello con qualche gradino
e quindi ancora lungo il mare prima sullo sterrato e poi su asfalto.
Siamo in località “Presepe”. Breve deviazione all’interno e ritorniamo sul mare. Qui stanno rifacendo il lungomare e anche una ciclopedonale, alle spalle della duna, che termina a Torre San Gennaro.
Da qui un bel lungomare fino a Campo di Mare (nella foto).
Non ci sono più strade sul mare e inoltre dobbiamo evitare il più possibile l’area industriale di Brindisi. Andiamo a prendere prima la provinciale 87 e poi, all’altezza della centrale elettrica di Cerano, la numero 88. La campagna è bella e molto coltivata. Alla fine della provinciale non si può evitare un breve tratto di stradoni da area industriale, poi un quartiere di case popolari e sbuchiamo nella zona portuale. Un breve tratto contromano e arriviamo alla zona doganale e quindi sul molo del porto interno. In fondo si vede il monumento al marinaio d’Italia.
da Brindisi a Costa Merlata
Da quando è stata pedonalizzata la banchina del porto interno di Brindisi, questa parte della città è diventata molto bella. Dopo pochi metri sulla banchina, alla nostra sinistra compare la scalinata terminale della via Appia e la colonna.
Costeggiamo il mare fino all’attracco delle barche e poi risaliamo la strada lastricata passando affianco alla fontana fascista. Seguendo la traccia gpx entriamo in città per aggirare il seno di ponente del porto e risbuchiamo sul mare in prossimità dei cantieri e della lega navale avendo di fronte l’arsenale della Marina Militare.
Una pista ciclabile ci porta fino al Villaggio Pescatori dove scendiamo sul molo con una bella vista panoramica (a sinistra si vede la colonna terminale della via Appia).
Risaliamo sulla strada per affacciarci sul porto dalla base del monumento al marinaio d’Italia. Sotto, il seno di ponente
e il seno di levante.
Riprendiamo quindi la strada verso il Marina di Brindisi e, prima di lasciare la città, facciamo un giro sul grande molo che protegge il porto esterno dai venti da nord. Misura ben 2200 metri fino al fanale verde di ingresso al porto ed è solo pedonale.
Nella foto sotto si scorge in lontananza il fanale rosso e quindi si ha una idea delle dimensioni del porto esterno.
Tra la terraferma e il molo c’è la diga nord da cui si ha una vista panoramica sul Marina e il castello aragonese.
Lasciamo Brindisi con una provinciale che costeggia il mare e dopo un chilometro entriamo nello sterrato del parco comunale di Punta Penne e Punta del Serrone. Un ex poligono di tiro dell’Aviazione trasformato in un delizioso parco con passerelle di legno che permettono di camminare in riva al mare.
Rientriamo sulla provinciale e costeggiamo il mare fino ad Apani.
Prima della superstrada prendiamo la complanare che ci porta alla Riserva di Torre Guaceto. Nella riserva non ci sono piste sul mare e quindi bisogna pedalare prima sullo sterrato al confine con la superstrada, poi con un sottopasso andare sulla complanare ovest e poi rientrare sullo sterrato
che porta all’ingresso principale di Torre Guaceto. Nella foto sotto la costa est della riserva.
Entriamo dall’ingresso principale e andiamo verso la torre. Sotto, Torre Guaceto, l’isolotto difronte e una spiaggetta.
Riprendiamo la nostra strada sul limitare sud e poi ovest della riserva e la lasciamo affacciandoci alla sua spiaggia ovest.
Il percorso ora si snoda prima alle spalle della duna su sentieri spesso insabbiati
e poi inizia un tratto tra scoglio e terra che avrebbe bisogno di essere pulito da tutta la plastica portata dal mare. Poco prima di Specchiolla inizia la stradina asfaltata dove, nella parte urbana, è ricavata una ciclabile. La costa è frastagliata e rocciosa.
Dopo Specchiolla ritorna la sabbia,
pedaliamo anche sulla battigia
e arriviamo a Torre Santa Sabina.
Ora il percorso sarà quasi sempre su terra e scoglio, si attraversano parecchie baiette con la sabbia scendendo a volte dalla sella. Sotto, una di queste baie subito dopo Torre Santa Sabina.
Da Lamaforca
al villaggio Valtur
si pedala sugli scogli tra il mare e gli alberi e/o la macchia mediterranea. Si arriva così a Torre Pozzelle. In primavera 2023, rifacendo una parte del percorso, abbiamo trovato il sentiero in prossimità della Torre sbarrato:
aggiriamo l’ostacolo andando verso la spiaggia (pedalabile)
e, con un brevissimo tratto sugli scogli,
ritorniamo sul sentiero verso la torre.
Proseguiamo verso Costa Merlata tra macchia mediterranea e scogli. Dopo un’ultima baia
che aggiriamo andando a sinistra
e rientrando a destra dopo una decina di metri,
facciamo un ultimo passaggio sugli scogli
prima di Lama Montanaro che bisogna attraversare a piedi sulla sabbia.
Qui scopriamo che la comoda rampetta, a sinistra nella foto sopra, che nel 2020 ci ha permesso di risalire dall’altra parte, è stata eliminata (foto sotto)
e quindi bisogna trasportare la bici sulle scale o arrangiarsi sugli scogli.
Risaliti dall’altra parte, dopo una foto a Lama Montanaro
proseguiamo lungo la costa ma Lama Santa Lucia ci sbarra il passo e quindi dobbiamo risalirla fino a incontrare il segnale di ciclabile.
Seguendo la ciclabile attraversiamo la “lama”, cioè il fosso, e ritorniamo al mare andando a sinistra dopo il cancello.
Un breve vialetto che costeggia una cala,
ci conduce a una strada sul cui altro lato inizia una ciclabile sterrata
con una magnifica vista sulla costa.
In prossimità di una casa rossa
bisogna risalire Lama Gorgognolo,
superarla con un ponte,
e ritornare al mare dall’altra parte. Ancora un po’ di ciclabile
prima di incontrare le prime case di Villanova e l’asfalto. La strada, che presenta una ciclopedonale prima a destra e poi a sinistra, si allontana dal mare. Quando vediamo l’indicazione “porto” la seguiamo e arriviamo sul porto di Villanova.
Lo costeggiamo, passiamo in prossimità del castello
e proseguiamo verso Diano Marina dove scattiamo l’ultima foto alla costa
prima di rientrare verso la complanare della statale 16. La complanare termina con l’ingresso del villaggio di Rosamarina e quindi dobbiamo prendere la carreggiata principale verso Bari per 2 chilometri. Usciamo appena possibile seguendo l’indicazione Ostuni, sottopassiamo la carreggiata principale e, alla rotonda, prendiamo per Cisternino. Siamo sulla complanare lato monte che, essendo sopraelevata, offre una magnifica vista sulla costa.
Dopo 1,6 chilometri troviamo sulla sinistra l’indicazione via Traiana:
andando a sinistra chiudiamo il giro del Salento ritornando a Cisternino, andando diritti si prosegue lungo la Ciclovia Adriatica.